Tiberinus

Il dio Tiberino


Statua del Tevere - inizio del secondo secolo d.C.  -  Museo del Louvre

 

Il culto

Il Tevere, sin dalle origini, ha rivestito un ruolo fondamentale nella storia dell'Italia centrale e di Roma. Esso è presente già nelle leggende sulla fondazione della città (Romolo e Remo vengono abbandonati sulle sue sponde), ed ha sempre avuto un posto di rilievo nella vita e nell'economia di questi luoghi.

La sua funzione insostituibile è anche evidenziata dall'esistenza del culto del Pater Tiberinus, il cui tempio si trovava sull'isola Tiberina. Il dio veniva celebrato ogni anno l'8 dicembre (anniversario della fondazione del tempio) ed in altre date, attraverso le cosiddette Tiberinalia, che consistevano in cerimonie di purificazione delle acque e delle sorgenti.

Il nome del fiume Tiber, secondo la mitologia Romana, derivava da Tiberino, il figlio di Giano, dio del sole, delle transizioni e  dei passaggi, e della ninfa Giuturna, sorella di Saturno e Signora delle acque, il quale un giorno per un’imprudenza giovanile era caduto nel fiume e vi era annegato, dando così il suo nome al corso d’acqua.

Severo dio delle acque, temuto soprattutto per le disastrose inondazioni, Tiberino era detto anche Coluber, “serpente”, per la tortuosità del suo corso e anche Serra, “sega”, per l’azione corrosiva che esercitava sulle sponde. Il vecchio dio del fiume, insofferente a qualsiasi legame e/o costrizione, vedeva la costruzione di un ponte sulle sue acque come un atto oltraggioso.

Tiberino accettava solo costruzioni in legno che poteva facilmente abbattere a suo piacimento ad eccezioni del ponte Sublicio, fatto costruire da Anco Marzio, Sabino e nipote di Numa Pompilio, per unire le due sponde del fiume facilitando i commerci.

Il nume aveva spesso esplicitato in maniera violenta la sua potenza con disastrose inondazioni e considerava un’audace e sfacciata violazione da parte degli uomini voler imprigionare le sue libere e tortuose acque, così il compito di fare ponti - ponte facendo - aveva assunto valenze sacrali tali da venir poi a designare i membri dei collegi sacerdotali, i pontefici.

In ogni caso il Tiberino aveva accettato il Ponte Sublicio anche se aveva posto alcune condizioni: proibizione assoluta di impalcature di ferro, poiché dovevano essere di legno, e richiesta di opportune pratiche rituali da essere officiate allorquando, per danni improvvisi o per normale manutenzione, si rendevano necessari lavori di riparazione. Tali cerimonie erano effettuate dai pontefici e bisognava che fossero eseguite sia sulle rive sia sul ponte stesso.

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La sua rappresentazione

Le raffigurazioni del dio Tiberino sono piuttosoto frequenti, specie nella forma di scultura, ed è spesso rappresentato anche nei rovesci delle monete.

L'iconografia non è una creazione originale romana, ma è riconducibile ad un tipo sviluppatosi in età ellenistica ed utilizzato con poche varianti e l'aggiunta di qualche attributo per i diversi fiumi e corsi d'acqua.

Il Tevere ha in genere le sembianze di una figura maschile barbata, dall'aspetto vigoroso, semi distesa, appoggiata ad un'anfora, simbolo della sorgente, da cui sgorga dell'acqua. Le tempie sono cinte da una corona di foglie acquatiche, parte del busto e le gambe avvolte in un mantello; vari attributi, quali un ramo frondoso, la cornucopia, il remo,
la prua di una nave, alludono alla prosperità dovuta al fiume e alla sua navigabilità.

A questo gruppo di raffigurazioni appartiene l'opera più famosa, la statua colossale in marmo bianco (rappresentata nella figura 1), ora al Louvre, datata ad età adrianea: venne rinvenuta nel 1512 tra S.Maria sopra Minerva e S.Stefano del Cacco, nell'area dell'antico Iseum Campense, dove era esposta insieme alla gemella statua del Nilo, scoperta l'anno successivo e conservata al Vaticano.
 
Il Tevere è semi disteso sulla base, increspata ad imitare la superficie dell'acqua, con cornucopia e remo, un manto drappeggiato sul braccio sinistro, affiancato dalla lupa che allatta i gemelli. Sul plinto rettangolare sono scolpiti a bassorilievo alcuni episodi mitici delle origini di Roma, ed in una scena in particolare sono riconoscibili alcune linteres - le leggere imbarcazioni utilizzate per la navigazione fluviale - ed una operazione di alaggio.

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