Decisioni 1° fase PGDAC
Piano di gestione del distretto idrografico dell’Appennino Centrale (PGDAC)
Programma delle attività integrate e coordinate per lo sviluppo operativo della I fase del PGDAC nel periodo 2011-2013
Decisione
Premesso che
1) il Piano di gestione del distretto dell’Appennino Centrale (PGDAC), adottato dal Comitato Istituzionale integrato con la Regione Molise con delibera del 24 febbraio 2010, nel Documento di Supporto n. 2, “Il processo in corso per la definizione dell’obiettivo del piano di gestione”, allegato alla parte V del PGDAC, “Elenco degli Obiettivi Ambientali”, prevede tre fasi di attuazione, delle quali la prima (“fase di preparazione del modello”) ha scadenza al dicembre 2013;
2) la prima fase termina al 2013 con il processamento del modello che lega i diversi scenari sulla disponibilità di risorsa naturale, sugli usi dell’acqua, sulle modalità di restituzione della stessa e sui vincoli ambientali predefiniti (misure del piano) agli effetti sulla qualità dei corpi idrici (stato di qualità);
3) ai sensi del comma 4 dell’articolo 95 del D. Lgs. n. 152/2006 “tutte le derivazioni di acqua comunque in atto … sono regolate dall’autorità concedente mediante la previsione di rilasci volti a garantire il minimo deflusso vitale nei corpi idrici …” anche con prescrizioni e limitazioni temporali o quantitative imposte alle utilizzazioni asservite alle relative derivazioni, ai sensi del successivo comma 5;
4) per quanto concerne sia il versante tirrenico sia il versante adriatico del distretto, la presenza del sistema idroelettrico impone di prendere in considerazione le “Key conclusions” del Workshop sulla Common Implementation Strategy della WFD sul tema “Water Framework Directive & Hydropower” tenutosi a Berlino il 4-5 giugno 2007;
5) la Regione Marche ha già avviato, nell’ambito dei bacini regionali, un’attività sperimentale (2007-2014) in convenzione con il soggetto gestore degli impianti idroelettrici, finalizzata a verificare l’efficacia di nuovi rilasci dagli stessi ai fini del miglioramento dello stato di qualità dei corpi idrici sottesi;
Considerato che
6) la definizione del deflusso minimo vitale (DMV) è inscindibilmente legata alla definizione dello stato di qualità dei corpi idrici e del bilancio idrico, ai sensi del DM del 28 luglio 2004;
7) i Piani Regionali di Tutela delle Acque (PRTA) contengono al loro interno l’obiettivo del raggiungimento del DMV, anche tenendo conto dei risultati di percorsi di sperimentazione per la verifica dello stesso;
Ritenuto che
8) le azioni regionali propedeutiche alla definizione del DMV, soprattutto nei bacini di interesse interregionale, debbono essere rese sincrone e coerenti tra loro al fine di conseguire la massima efficacia e di non creare squilibri fra i territori del distretto;
9) in particolare debbono essere rese congruenti tra loro le procedure di revisione delle derivazioni in atto e, ove necessario, delle asservite utilizzazioni, anche attraverso idonei percorsi di sperimentazione per la verifica del DMV;
per quanto sopra premesso, considerato e ritenuto
A) E’ adottato il Programma delle attività integrate e coordinate per lo sviluppo operativo della I fase del PGDAC nel periodo 2011-2013, di cui all’Allegato 1.
B) Le Regioni del distretto dell’Appennino Centrale, per le parti di rispettiva competenza, ove necessario con modifica delle misure dei propri piani di tutela, nell’ambito delle risorse disponibili danno puntuale attuazione delle attività del programma, anche in relazione alle incombenze in capo ai Ministeri competenti.
C) L’Autorità di bacino del fiume Tevere svolge le funzioni di coordinamento delle Regioni e provvede, sulla base delle risorse disponibili e dei risultati delle attività del programma di cui all’Allegato, all’espletamento delle successive fasi per l’aggiornamento del PGDAC secondo un nuovo programma da svilupparsi dopo il giugno 2013 e da sottoporre all’approvazione degli organi dell’Autorità.
D) Ove necessario, con separati provvedimenti le Regioni del distretto impartiscono alle autorità concedenti del loro territorio le opportune prescrizioni in esecuzione delle attività del programma di cui all’Allegato, ivi comprese quelle finalizzate ad una salvaguardia anticipata delle condizioni di deflusso limitatamente a criticità localizzate e particolari.
In particolare, ove necessario, le Regioni del distretto impartiscono anche specifiche disposizioni alle autorità competenti/concedenti per effettuare idonee sperimentazioni atte a individuare valori di DMV congruenti all’interno del reticolo idrografico regionale e nell’intero territorio distrettuale. Nei casi in cui le Regioni abbiano già adottato specifici valori di DMV, la sperimentazione di cui sopra dovrà consentirne la verifica e, se necessario, l’adeguamento ai fini della richiamata congruenza.
ALLEGATO 1
Programma delle attività integrate e coordinate per lo sviluppo operativo della I fase del PGDAC nel periodo 2011-2013
Tempi |
Azione |
Attività delle REGIONI |
Marzo 2011 |
1 |
a) verifica dello stato di attuazione del monitoraggio ai fini della validazione ed integrazione del sistema di classificazione e presentazione dello stato ecologico e chimico (risultato atteso: rapporto) |
b) verifica della coerenza tecnico-economica delle reti di monitoraggio dei parametri di qualità ed idrologici, compresa la prima ipotesi di rete nucleo (risultato atteso: rapporto) |
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c) criteri per la definizione condivisa dell’archivio delle derivazioni in atto e del catasto degli scarichi anche ai fini di avviare il processo di reidentificazione delle aree sensibili (risultato atteso: documento) |
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d) verifica del primo stato di attuazione del DMV, criteri di definizione e percorso di attuazione (risultato atteso: rapporto sulla definizione congiunta delle attività di sperimentazione, compreso resoconto di quelle in corso) |
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Giugno 2011 |
2 |
a) valutazione delle risorse economiche disponibili per l’entrata a regime del monitoraggio ed individuazione delle stazioni con priorità di attivazione (risultato atteso: piano della rete coerente e programma di attuazione a scala di distretto) |
b) organizzazione informativa e territoriale dei Centri di Documentazione ai fini delle esigenze di comunicazione del nodo nazionale WISE e riorganizzazione dell’archivio anagrafico dei corpi idrici e dei punti d’acqua con priorità per quelli a specifica destinazione (risultato atteso: documenti) |
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c) individuazione dei soggetti, delle attività in capo ai diversi soggetti e dei costi per la predisposizione ed il processamento del modello del PGDAC (risultato atteso: documento) |
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Ottobre 2011 |
3 |
a) funzionamento della rete di monitoraggio coerente e prioritaria (risultato atteso: rapporto ed eventuale rimodulazione delle attività successive) |
b) prima ipotesi di struttura topologica del modello del PGDAC (risultato atteso: progetto della struttura topologica del modello e degli elementi di relazione con la rete nucleo per il bacino del fiume Tevere e criteri generali di progettazione) |
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Dicembre 2011 |
4 |
a) prima verifica dello stato di attuazione dell’archivio delle derivazioni in atto e del catasto degli scarichi (risultato atteso: rapporto ed eventuale rimodulazione delle attività successive) |
b) prima verifica dello stato di attuazione delle attività per la predisposizione del modello del PGDAC (risultato atteso: rapporto ed eventuale rimodulazione delle attività successive) |
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c) prima individuazione dei potenziali siti di riferimento (risultato atteso: piano dei siti di riferimento a scala distrettuale) |
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Giugno 2012 |
5 |
a) verifica del funzionamento coordinato della rete di monitoraggio coerente e prioritaria (risultato atteso: rapporto ed eventuale rimodulazione delle attività successive) b) verifica dello stato di attuazione delle sperimentazioni per la definizione del DMV (risultato atteso: rapporto) |
Dicembre 2012 |
6 |
a) prima applicazione del nuovo sistema di classificazione e presentazione dello stato ecologico e chimico (risultato atteso: rapporto sulla classificazione dello stato di qualità dei corpi idrici e sull rappresentazione numerico-cartografica a scala di distretto, nonché prima ipotesi di regime delle esenzioni) |
b) archivio delle derivazioni in atto e catasto degli scarichi (risultato atteso: archivio e catasto consultabili in linea), archivio anagrafico dei punti d’acqua a specifica destinazione (risultato atteso: archivio in linea) e attivazione dei Centri di Documentazione (risultato atteso: rapporto) |
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c) entrata a regime della rete nucleo all’interno della rete di monitoraggio (risultato atteso: rapporto sulla entrata a regime) |
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Giugno 2013 |
7 |
- primo processamento del modello del PGDAC (previa taratura e analisi di sensibilità) con vincolo del conseguimento degli obiettivi dei PRTA approvati e del PGDAC (risultato atteso: documento sul sistema massimo teorico delle misure di base e supplementari a scala di distretto, verifica rispetto al PoM dei PRTA e del PGDAC e prima definizione del DMV a garanzia degli obiettivi di qualità dei corpi idrici) |
NOTE ESPLICATIVE ALL’ALLEGATO 1
Note al cronogramma
a) I termini sottolineati sono parole-chiave della Parte III del D. Lgs. n. 152/2006 (aggiornato con le modifiche introdotte dai diversi provvedimenti normativi fino al DPR 7 settembre 2010 n. 168).
b) L’archivio delle derivazioni in atto è suddiviso al suo interno nell’archivio delle concessioni vigenti e nell’archivio dei riconoscimenti di antico uso (anche in vista del rilascio delle concessioni preferenziali) e delle domande in sanatoria (ope legis). L’archivio delle domande presentate e delle richieste in istruttoria è un archivio dinamico che alimenta il primo archivio.
c) L’organizzazione del catasto degli scarichi presuppone l’emanazione da parte delle Regioni delle prescrizioni (condivise tra le Regioni) cui debbono attenersi le Amministrazioni competenti di livello inferiore nella gestione del catasto.
d) Ferma restando la tempistica delle azioni programmate, il dettaglio operativo ed i contenuti specifici delle attività all’interno delle azioni saranno specificati in sede di riunioni di raccordo e coordinamento, opportunamente cadenzate per il rispetto delle scadenze fissate.
e) Oltre la scadenza del giugno 2013 valgono le indicazioni operative riportate nel PGDAC, relativamente alle altre fasi di attuazione dello stesso.
Note esplicative sui risultati attesi
1 a) e 1 b) Rapporto
Il Rapporto, sviluppato in due fasi, una per ognuna delle due attività, è unico. Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
I contenuti centrali del Rapporto sono:
I. risultati del test di applicazione del nuovo sistema di classificazione e presentazione dello stato ecologico e chimico in base ai parametri attualmente osservati e misurati;
II. integrazione logica delle reti di monitoraggio qualitativo ed idrologico sia in termini di sincronizzazione delle misure sia in termini di sinergie amministrative;
III. analisi dei costi di eventuale implementazione e di gestione della rete, compresa l’analisi delle relazioni logiche con l’osservazione e misura delle pressioni da fonti puntuali e diffuse.
1 c) Documento
Il Documento è utilizzato dalle Regioni per impartire raccomandazioni e prescrizioni alle amministrazioni titolari delle procedure di rilascio delle concessioni di derivazione idrica, delle autorizzazioni all’estrazione di acque sotterranee e delle autorizzazioni allo scarico sulle modalità di organizzazione delle informazioni relative. Il Documento indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
I contenuti centrali del Documento sono:
I. natura delle informazioni;
II. modalità di reperimento delle informazioni;
III. modalità di organizzazione delle informazioni;
IV. modalità di accesso alle informazioni da parte dei soggetti esterni;
V. elenco dei dati obbligatori necessari al processo di reidentificazione delle aree sensibili.
1 d) Rapporto
Il Rapporto definisce il percorso condiviso tra le Regioni per la definizione del DMV all’interno del più vasto processo di conseguimento degli obiettivi dei PRTA. Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
I contenuti centrali del Rapporto sono:
I. stato di attuazione delle diverse procedure regionali: elenco degli studi, analisi dei gap conoscitivi ed informativi (interbacino ed intrabacino), ricognizione delle criticità emergenti locali e particolari;
II. grado di coerenza nei criteri di definizione;
III. raccordo con le procedure di attuazione delle misure dei PRTA;
IV. individuazione di nuove questioni da affrontare nell’ambito delle procedure di attuazione delle misure.
2 a) Piano e Programma
Il Documento finale sulla rete di monitoraggio è costituito dai seguenti elaborati:
I. il piano economico-finanziario dei costi di implementazione e gestione annuale della rete di monitoraggio qualitativo e idrologico fino al 2015 [vedi anche 2 b)];
II. la valutazione delle risorse disponibili e certe al 2013;
III. i soggetti incaricati del monitoraggio qualitativo ed idrologico;
IV. i raccordi operativi ed i coordinamenti logici tra i soggetti incaricati, anche in relazione alla gestione del monitoraggio stratificato;
V. la definizione dei criteri di priorità di attivazione;
VI. la definizione della rete coerente prioritaria;
VII. il programma di attivazione al 2013.
Il Documento indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
2 b) Documenti
I Documenti trattano separatamente i Centri di Documentazione, l’archivio anagrafico dei corpi idrici e l’archivio dei punti d’acqua. I Documenti indicano la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
Il Documento sui Centri di Documentazione del distretto definisce il ruolo del Centro di Documentazione, la sua localizzazione istituzionale, i rapporti con i soggetti esterni, il tipo di informazioni, le modalità per reperire le informazioni e le modalità di organizzazione delle informazioni, nonché i costi connessi alla sua attivazione.
Il Documento sull’Archivio anagrafico dei corpi idrici individua, sulla base dei criteri identificati nel “Documento di supporto n. 1 alla Parte V – Corpi idrici artificiali e corpi idrici fortemente modificati” del PGDAC, i modi ed i tempi di riorganizzazione dell’archivio anagrafico esistente, anche in vista dell’aggiornamento dell’analisi delle pressioni previsto entro il 2013.
Il Documento sull’Archivio dei punti d’acqua riproduce l’elenco delle sorgenti puntuali del distretto, l’elenco di quelle sottoposte a monitoraggio idrologico [da riportare nel documento finale di cui al 2 a)], il soggetto incaricato del monitoraggio, le modalità del monitoraggio e le priorità per i punti d’acqua a specifica destinazione.
2 c) Documento
Il Documento sul modello del PGDAC (Parte V “Elenco degli obiettivi ambientali” – Documento di supporto n. 2 alla Parte V) individua:
I. i soggetti tecnici incaricati di elaborare il modello concettuale relativo ai bacini di interesse interregionale;
II. il raccordo operativo e logico con i modelli in uso nei bacini di interesse regionale [vedi anche 3 b)];
III. i tempi per la elaborazione dei moduli del modello [vedi anche 3 b) per la struttura topologica del modello];
IV. i costi per la predisposizione dei modelli ripartiti (tra i vari bacini e) tra oneri per i codici di programma, per le routines di pre- e post-processamento, per i mezzi strumentali, per le risorse umane (preparazione ed addestramento all’uso);
V. la valutazione delle risorse disponibili e certe al 2013;
VI. le semplificazioni e le priorità di attuazione nel processamento del modello.
Il Documento indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
3 a) Rapporto
Il Rapporto sul funzionamento della rete di monitoraggio analizza:
I. in caso di scostamenti rispetto alle previsioni del Piano e Programma di cui al 2 a):
le cause degli scostamenti;
l’individuazione delle azioni per recuperare gli scostamenti;
la valutazione delle connesse risorse;
l’individuazione delle risorse disponibili certe al 2013;
in caso di deficit di risorse:
Þ l’analisi dell’affidabilità delle informazioni rispetto alle previsioni;
Þ la valutazione della perdita di efficacia delle attività successive.
Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
3 b) Progetto
Il Documento progettuale sulla struttura topologica del modello è costituito dai seguenti elaborati:
I. relazione con le informazioni derivanti dalla rete nucleo;
II. condizionamenti dovuti alla consistenza delle informazioni della rete di monitoraggio;
III. criteri specifici di progettazione della struttura topologica del modello;
IV. definizione della struttura topologica dei sistemi Tevere, Tronto e Sangro;
V. raccordo operativo con i modelli in uso sui bacini di esclusivo interesse regionale [vedi anche 2 c)];
VI. analisi delle necessità informative, in relazione ai processi di taratura e di analisi di sensibilità dei moduli del modello.
Il Documento indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
4 a) Rapporto
Il Rapporto sullo stato di attuazione dell’archivio delle derivazioni in atto e del catasto degli scarichi rileva:
I. la consistenza degli archivi e dei catasti fra i diversi ambiti del distretto (con particolare riferimento ai bacini interregionali);
II. le difficoltà operative riscontrate nel corso dell’attuazione;
III. in caso di scostamento rispetto alle necessità informative in 3 b) V:
le cause degli scostamenti;
l’individuazione delle azioni per recuperare gli scostamenti;
la valutazione delle connesse risorse;
l’individuazione delle risorse disponibili certe al 2013;
in caso di deficit di risorse l’analisi della perdita di efficacia rispetto ai processi di taratura e di analisi di sensibilità del modello (valutazione dell’affidabilità).
Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
4 b) Rapporto
Il Rapporto sullo stato di attuazione del modello del PGDAC rileva:
I. lo stato di attuazione dei singoli moduli del modello;
II. la congruenza interna al modello;
III. le necessità residue al completamento del modello;
IV. in caso di scostamento rispetto alle previsioni:
la valutazione delle risorse connesse;
l’individuazione delle risorse disponibili certe al 2013;
in caso di deficit di risorse:
Þ le semplificazioni possibili alla struttura del modello;
Þ la valutazione del residuo grado di affidabilità.
Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
4 c) Piano
Il Piano dei siti di riferimento è costituito dai seguenti elaborati:
I. criteri per la definizione dei siti di riferimento;
II. analisi delle informazioni disponibili;
III. prima ipotesi di siti di riferimento.
Il Piano indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
5 a) Rapporto
Il Rapporto sul funzionamento coordinato della rete di monitoraggio coerente e prioritaria rileva:
I. le eventuali carenze nei raccordi operativi;
II. le cause delle carenze;
III. le prescrizioni condivise (nell’ambito delle risorse già definite) che le Regioni impartiscono ai rispettivi soggetti operativi;
IV. le eventuali ulteriori prescrizioni, i relativi costi e le connesse coperture finanziarie;
V. le modalità per impartire le prescrizioni;
VI. i tempi per l’attuazione delle prescrizioni.
Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
5 b) Rapporto
Il rapporto sullo stato di attuazione delle sperimentazioni per definire il DMV rileva:
I. i risultati delle sperimentazioni articolati per bacino;
II. le eventuali incongruenze ideologiche;
III. gli eventuali squilibri a scala distrettuale;
IV. le eventuali prescrizioni correttive, i relativi costi e le connesse coperture finanziarie;
V. le modalità per impartire le prescrizioni;
VI. i tempi per l’attuazione delle prescrizioni.
Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
6 a) Rapporto
Il Rapporto di classificazione e rappresentazione numerico-cartografica contiene:
I. le modalità di classificazione e rappresentazione;
II. la struttura delle informazioni utilizzate per la classificazione e rappresentazione;
III. i deficit informativi rispetto alle necessità;
IV. le proposte di integrazione al sistema di classificazione e rappresentazione;
V. il risultato finale in termini di classificazione e rappresentazione degli stati di qualità;
VI. la valutazione del grado di affidabilità della classificazione;
VII. prima ipotesi di regime delle esenzioni;
VIII. valutazione delle risorse necessarie e disponibili per i provvedimenti integrativi e/o restrittivi e per le altre misure idonee in relazione ai casi di proroga, deroga, deterioramento temporaneo o mancata violazione.
Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
6 b) Rapporto
Il Rapporto sullo stato di attuazione del sistema globale delle informazioni rileva:
I. il grado di omogeneità nella consistenza delle informazioni tra le varie parti del distretto (in particolare nei bacini a carattere interregionale);
II. il grado di accesso alle informazioni;
III. il grado di omogeneità temporale delle informazioni;
IV. l’eventuale presenza di lacune e/o di gap che invalidi l’utilizzo delle informazioni;
V. l’individuazione delle attività correttive per il recupero delle lacune e/o dei gap.
Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
6 c) Rapporto
Il Rapporto sulla entrata a regime della rete nucleo rileva:
I. il grado di omogeneità delle fonti informative utilizzate per la valutazione delle pressioni;
II. le eventuali asincronicità informative;
III. le indicazioni per l’adeguamento delle informazioni.
Il Rapporto indica la natura ed i tempi per l’assunzione degli atti amministrativi.
7 Documento
Il Documento, attraverso il primo processamento del modello (Parte V “Elenco degli obiettivi ambientali” – Documento di supporto n. 2 alla Parte V, § 5) del PGDAC rileva:
I. la soluzione massima;
II. le prime ipotesi sul regime delle esenzioni connesse alla impossibilità tecnica di raggiungere gli obiettivi fissati (art. 77, comma 7, del D. Lgs. n. 152/2006);
III. la verifica dei valori di DMV in rapporto agli obiettivi di qualità dei corpi idrici.
Il Documento indica i tempi per l’elaborazione del programma di cui alla lettera C) della presente Decisione.