progetto del Piano di Bacino


Adottato dal Comitato Istituzionale con Delibera n. 80 del 28/9/1999

Prima elaborazione del progetto del Piano di Bacino del Fiume Tevere

Obiettivi del Piano:   

  1. Definire il quadro della pianificazione di bacino per stralci relativi a settori tematici ed aree geografiche.
  2. Individuazione di criteri per la definizione di norme di salvaguardia.

 

Sintesi del Piano

Lo strumento pianificatorio del Piano di Bacino viene introdotto nel nostro ordinamento con la legge n. 183/89 (in particolare agli art. 17-18).
Successivamente, il legislatore è intervenuto a precisare che il piano di bacino idrografico può essere redatto per sottobacini o per stralci relativi a settori funzionali, che in ogni caso devono costituire fasi sequenziali e interrelate rispetto ai contenuti previsti dalla legge (art. 17, comma 6 ter, introdotto dall’art. 12 del d.l. 5 ottobre 1993, n. 398, convertito con modificazioni nella L. 4 dicembre 1993, n. 493).

La pianificazione per stralci terriorial-funzionali caratterizza l’attuale ‘politica’ dell’Autorità del bacinoTevere, come anche delle altre Autorità di rilievo nazionale, che, tuttavia, nel rispetto della disposizione da ultimo richiamata, tenuto conto dei criteri di cui al D.P.R. 18/7/95 (Atto di indirizzo e coordinamento recante criteri per la redazione dei piani di bacino), deve trovare un punto di riferimento più ampio in una sorta di quadro di sintesi che costituisca il momento unitario del Piano di bacino del Tevere.

Il solo modo per assicurare che i vari piani-stralcio funzionali e/o relativi a sottobacini siano tra loro interrelati, pur intervenendo in momenti diversi, è quello di disegnare un quadro di riferimento entro il quale i primi possano armonicamente trovare collocazione. Si tratta, in breve, di costruire, attraverso gli ampi poteri discrezionali conferiti

all’Autorità, un modello di pianificazione che sotto il profilo sostanziale riproduca il rapporto che (nell’ambito della strumentazione urbanistica comunale) si instaura tra piano regolatore generale e piani attuativi. All’interno dello schema di normativa del piano questo rapporto è indicato all’art. 4, comma 3, secondo cui costituiscono parte  integrante del Piano i seguenti Piani-stralcio in itinere o da avviare ai sensi del comma 6ter dell’art. 17 della legge 183/89, che attuano le prescrizioni del presente Piano di Bacino:

  • Piano Stralcio per il Lago Trasimeno (PS2);
  • Piano Stralcio per il risanamento delle acque superficiali del Lago Piediluco (PS3);
  • Piano Stralcio del bacino dell’alto Tevere (PS4);
  • Piano Stralcio dell’area romana da Castel Giubileo alla foce (PS5);
  • Piano Stralcio Assetto Idrogeologico di cui al d.l. 180/98, convertito in legge dalla legge 267/98 (PS6);
  • Piano Stralcio per la fascia costiera (PS7);
  • Piano Stralcio per la qualità delle acque superficiali e sotterranee (PS8);
  • Piano Stralcio per la programmazione e utilizzazione della risorsa idrica superficiale e sotterranea (PS9);
  • Piano Stralcio per gli aspetti ambientali (PS10).


Rimane fermo che tanto il piano di bacino «di coordinamento» quanto i piani-stralcio rimangono tutti equiordinati tra loro e tutti, considerati nella loro globalità, concorrenti a formare la suddetta figura di sintesi «Piano di bacino».