PS3 - Lago di Piediluco

Piano stralcio per la salvaguardia delle acque e delle sponde del Lago di Piediluco - (PS3)

Approvato con D.P.C.M. del 27 Aprile 2006
    (Pubblicato nella G.U. n. 233 del 6 Ottobre 2006)

Iter di approvazione

 
Obiettivi del Piano   

  1. Miglioramento dell'attuale qualita' delle acque e mitigazione del rischio di crisi anossiche.
  2. Definizione di una sistemazione spondale.
  3. Istituzione di un sistema di monitoraggio permanente della qualita' delle acque

Sintesi del piano

Il presente Piano stralcio si configura come uno strumento monotematico in cui l‘obiettivo principale è rappresentato dalla riduzione progressiva degli apporti di fosforo alle acque del lago.
Per la definizione del quadro conoscitivo e la conseguente valutazione relativa ad una stima degli apporti di fosforo provenienti dai diversi comparti di produzione, sono state convenzionalmente distinte le sorgenti in relazione alle modalità di rilascio:

1) Sorgenti diffuse
     a) attività agricola
     b) attività zootecnica
     c) dilavamento del suolo incolto

2) Sorgenti concentrate o puntiformi
     a) scarichi civili
     b) scarichi industriali
     c) scarichi degli allevamenti ittiogenici

Per ciascun comparto produttivo sono state adottate metodologie di stima dei carichi che hanno preso in considerazione le specifiche modalità di rilascio e trasferimento del fosforo legato alle particelle di
suolo o disciolto nelle acque. A questo scopo è stata utilizzata l’articolazione del bacino del Tevere in 183 sottobacini elementari individuati dal Servizio idrografico nazionale, dei quali soltanto 25 compongono l’intera area di Piano. Le acque di ciascun sottobacino sono drenate da un corso d’acqua o da un tratto di esso, anche appartenente al reticolo secondario o minore , che rappresenta  pertanto un possibile veicolo di fosforo.
La stima del carico inquinante è stata calcolata nella sezione di chiusura di ciascuno dei 25 sottobacini e, per simulare il percorso dell’inquinante dalla sorgente fino al lago di Piediluco, inteso come
corpo recettore finale, sono stati adottati opportuni coefficienti di abbattimento I dati sperimentali, provenienti da campagne di monitoraggio, alcune delle quali appositamente realizzate nell‘ambito delle attività di Piano, sono stati utilizzati per tarare le metodologie di stima.
La metodologia sopra sinteticamente delineata ha condotto alla individuazione di ambiti territoriali (sottobacini o aggregazioni di essi) critici in relazione ai diversi settori di produzione del fosforo, quali il
civile-industriale, l’ agro-zootecnico e l’ittiogenico oppure in relazione alle specifiche condizioni geomorfologiche (bacino naturale del lago di Piediluco e fascia circumlacuale).